Da leggere almeno una volta nella vita, bellissimo. Non è vero che parla della noia esistenziale come dicono a scuola, ma parla di una donna che vuole disperatamente vivere una vita piena di emozioni, fuggendo dalla banalità del quotidiano monotono, a cui è condannata dopo il matrimonio: un marito amorevole che non le basta più, perché lei in casa non ha nulla da fare a parte anmucchiare oggetti di lusso e leggere romanzi in cui sogna amori meravigliosi. È una donna che soffre della ripetizione, infatti non le basteranno a lungo andare neanche gli amanti, che lei vuole adeguare alle sue fantasie, perché il sentimento si affievolisce. Alla fine sovrastata dai debiti, per paura che il marito venga a scoprire tutto, e resasi conto che non troverà mai una vita in cui la monotonia non esiste, decide di farla finita.
La narrazione è perfetta e riesce a evocare le immagini nella mente, le situazioni che si susseguono non sono mai banali, né esagerate né patetiche, ma sempre realistiche e fanno vedere bene la vita provinciale, ma anche cittadina e lo sciocco furore illuminista/positivista della Francia della prima metà dell'ottocento. Anche i personaggi secondari hanno dei ruoli indispensabili nello svolgimento della trama.