In Spagna è finalmente uscito "C'è ancora domani" di Paola Cortellesi. Sono andata a vederlo con il lieve scetticismo di chi ha aspettative molto alte, dopo tanto averne letto le lodi in questi mesi, e ha il timore di venirne in parte delusa.
Invece dico senza esagerare che è uno dei più bei film visti in questi anni.
Tutto funziona alla perfezione: uno stile che ricorda il neorealismo, la scelta del bianco e nero, la ricreazione fedele del contesto e degli ambienti, la delineazione dei personaggi, i dialoghi in romanesco, la straordinaria bravura degli attori, il modo in cui viene raccontata la violenza: quella fisica, quella psicologica e quella economica.
Cortellesi mescola sapientemente il dramma, il contesto storico (quello del '46, il fatidico anno del Referendum) e anche - elemento inaspettato - molto humor.
Facendoci commovuore, ridere e arrabbiare ci porta gradualmente verso il climax finale, con una tensione che si risolve in un grido di autodeterminazione e speranza: che sia il giorno dopo o un futuro meno imminente, ci sarà sempre un domani per cui lottare.