In Italia come in altri paesei il libro è venduto separatamente in due volumi, perciò beccatevi due critiche distinte, e se questo primo pensiero influenzerà generalmente il libro in negativo agli occhi delle persone, direi che è quello che la casa editrice si merita per la sua ingordigia.
Murakami non ha una storia, ma scadenze da rispettare; almeno così appare a me. Lo immagino alla scrittura di questo primo libro in pieno blocco dello scrittore, sotto l'avida pressione dell'editore.
Scritta la prima bozza, lo scrittore giapponese si accorge di avere una storiella senza troppi slanci di appena 100 pagine. L'editore strabuzza gli occhi e lo esorta nervosamente ad ampliare il racconto, spiegandogli che, altrimenti, la casa editrice non avrà la possibilità di dividere il racconto in due volumi e gonfiare gli introiti.
" - ma non lo so' Mura, sei tu il genio! Buttaci in mezzo del sesso, sii descrittivo, allunga il brodo. Cita elementi radical chic, la letteratura, la pittura, l'opera lirica e la musica classica come al solito, a loro piace sentirsi distinti, intortali, fai il tuo mestiere per dio!"
Così il nostro campione si lancia in lunghe descrizioni di appartamenti, quadri, opere di musica classica, riferimenti artistici e letterali, sproloqui pindarici e sesso fuori contesto, lasciando la storia nel suo vacuo significato. A volte -e parlo seriamente- sembra aver aperto a caso la bozza già scritta ed averci ficcato a forza situazioni di sesso, intrighi internazionali ed ermetici significati nascosti, esclusivamente utili ad allungare la brodaglia e rendere più piccante o variegata la vuotezza della storia.
Adoro Murakami e mi pesa tantissimo scrivere questo, ma almeno per il primo libro è quello che vedo.